L' intelligenza del lavoro. Quando sono i lavoratori a scegliersi l'imprenditore
Dibattiti & Seminari

Oggi, 9 settembre alle ore 18:00, Stroncature ospita la presentazione (online) dell’ultimo libro di Pietro Ichino con Antonluca Cuoco e Nunziante Mastrolia. Per partecipare è necessario registrarsi.
Da sempre convinto della necessità di far cooperare diritto, economia e sociologia, il giuslavorista Pietro Ichino ci propone in queste pagine un rovesciamento della visione tradizionale del mercato del lavoro e del ruolo del sindacato, che può contribuire a trovare la via d'uscita dalla crisi di sistema che stiamo attraversando.
Può sembrare assurdo, al culmine della recessione più grave del secolo, parlare di "grandi giacimenti occupazionali inutilizzati". Invece proprio di questo si tratta: per uscire dalla grande crisi è urgente dotare il nostro Paese di servizi di orientamento professionale e di formazione che rendano i lavoratori capaci di rispondere alla fame di personale qualificato e specializzato di cui soffrono le imprese. Ancora più singolare può apparire oggi l'idea che non siano soltanto gli imprenditori a selezionare i propri collaboratori, ma anche i lavoratori a scegliere e "ingaggiare" l'imprenditore più capace di valorizzare il loro lavoro. Eppure è davvero questo che accade in un mercato maturo, anche nella congiuntura peggiore. Proprio per uscirne è importante che i lavoratori si considerino parte di un "mercato dell'intrapresa", nel quale hanno interesse ad allargare il più possibile la concorrenza tra gli imprenditori indigeni e stranieri sul versante della domanda di manodopera. Perché tutto ciò accada occorre una nuova "intelligenza": una capacità che i lavoratori devono saper esercitare sul piano individuale e su quello collettivo, per conoscere e capire il mercato del lavoro in tutti i suoi meccanismi, in modo da poterlo utilizzare efficacemente a proprio vantaggio. Per questo c'è bisogno di un sindacato capace di assumere come proprio il mestiere di intelligenza collettiva dei lavoratori e al tempo stesso di essere partner dell'imprenditore nella progettazione di nuove forme di organizzazione aziendale e di spartizione dei frutti dell'impresa.
Pietro Ichino. Nato a Milano il 2 marzo 1949, Pietro Ichino si è laureato nel 1972 in diritto del lavoro alla Statale di Milano, dove avrebbe poi insegnato come professore di diritto del lavoro. Ha lavorato come editorialista del «Corriere della Sera», è stato dirigente sindacale della Fiom-Cgil, responsabile del Coordinamento servizi legali della Camera del Lavoro di Milano, deputato nel Parlamento italiano nelle file del Pci nell'ottava legislatura. È senatore del Pd e ha scritto numerosi libri sul lavoro, tra i quali ricordiamo: Diritto del lavoro per i lavoratori (De Donato 1975-77), Il collocamento impossibile (De Donato 1982), Il tempo della prestazione nel rapporto di lavoro (Giuffrè 1984-85), Subordinazione e autonomia nel diritto del lavoro (Giuffrè, 1989), Il lavoro e il mercato: per un diritto del lavoro maggiorenne (Mondadori, 1996), Il diritto del lavoro. In 500 domande e risposte (Giuffrè, 1997), A che cosa serve il sindacato. Le follie di un sistema bloccato e la scommessa contro il declino (Mondadori, 2005), I nullafacenti(Mondadori, 2006), Inchiesta sul lavoro. Perché non dobbiamo avere paura di una grande riforma (Mondadori, 2011), Illavoro spiegato ai ragazzi e anche ad alcuni adulti (Mondadori, 2013), Il lavoro ritrovato. Come la riforma sta abbattendo il muro tra i garantiti, i precari e gli esclusi (Mondadori, 2015), Il segreto del Naviglio Grande. Gigi Pedroli, una storia milanese (Tralerighe, 2019).